Angiografia

Ultimo aggiornamento: 22 gennaio 2018

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Di che cosa si tratta?

L'angiografia è un esame radiologico che permette di esaminare i vasi sanguigni tramite l'iniezione endovena di un mezzo di contrasto, cioè di una sostanza a base di iodio che appare opaca (come le ossa) alla radiografia. Questa sostanza raggiunge l’organo da studiare attraverso un catetere che di solito viene inserito a livello dell’inguine.

L'esame ha diversi scopi:

  • studiare il decorso dei vasi sanguigni e scoprirne eventuali alterazioni, come una riduzione del calibro o un’occlusione (ad esempio delle coronarie del cuore con l’angiografia coronarica o degli arti con l’angiografia periferica);
  • studiare l'afflusso di sangue in un organo per valutare la sua funzione, (come ad esempio del rene con l’angiografia renale);
  • nei casi di emorragie, permette di individuare il vaso sanguigno responsabile del sanguinamento e in molti casi anche di chiuderlo e arrestare l'emorragia.

In oncologia l'angiografia ha due scopi: studiare la vascolarizzazione dei tumori nei vari organi in vista della preparazione di un intervento chirurgico e guidare i trattamenti eseguiti in alternativa alla chirurgia (radiologia interventistica). In alcuni casi la parte radiologica dell’esame viene sostituita dalla tomografia computerizzata (TC) o dalla risonanza magnetica: si parla in questi casi di angioTC e angioRM.

È un esame che possono fare tutti?

Poiché prevede l'uso di radiazioni ionizzanti, è in genere controindicato nelle donne in gravidanza, in cui si preferisce ricorrere all'angioRM.

Occorre qualche tipo di preparazione particolare all'esame?

È necessario digiunare per almeno otto ore prima dell'esame, ma è permesso bere acqua. In genere non bisogna sospendere le medicine, ma è consigliabile concordare con il medico quali farmaci assumere e quali eventualmente sospendere. Subito prima di sottoporsi all'indagine bisogna togliere gioielli e altri oggetti metallici e svuotare la vescica. Il personale infermieristico provvederà a fornire un camice da indossare durante l'angiografia e a depilare la zona dove verrà inserito il catetere.

È meglio che mi faccia accompagnare da qualcuno o posso venire da solo? Potrò guidare la macchina per tornare a casa?

È necessario farsi accompagnare per il ritorno a casa se l'esame viene fatto in giornata: dopo l’esame la guida è fortemente sconsigliata.

L'esame è doloroso o provoca altri tipi di disagio?

La procedura è eseguita in anestesia locale e non è dolorosa; al massimo si percepisce un leggero fastidio durante l'inserimento del catetere. L'anestesia generale è riservata a casi particolari, per esempio nei bambini, perché non riescono a stare adeguatamente immobili. È possibile avvertire un senso di calore o bruciore mentre il mezzo di contrasto entra nel circolo sanguigno. Qualcuno segnala anche nausea o avverte un sapore amaro o salato in bocca. Al termine dell'esame viene praticata una medicazione compressiva sul punto di inserimento del catetere ed è necessaria l'immobilità per alcune ore.

L'esame comporta rischi immediati?

I rischi possono essere legati all'inserimento del catetere, che raramente può provocare sanguinamenti, infezioni o lesioni dei vasi sanguigni; oppure al mezzo di contrasto, che può danneggiare i reni o scatenare una reazione allergica più o meno grave. Per questo è importante segnalare al personale prima dell'esame la presenza di patologie renali e di allergie, soprattutto quelle già emerse, ai componenti del mezzo di contrasto. Inoltre bisogna segnalare le allergie alimentari, poiché alcune, per esempio quella ai frutti di mare, sono spesso correlate all'allergia nei confronti del mezzo di contrasto. Le reazioni anafilattiche sono comunque molto rare: nella maggior parte dei casi di allergia compaiono lievi disturbi che i medici tengono sotto controllo con l'uso di medicinali.

L'esame comporta rischi a lungo termine?

L'angiografia espone a radiazioni ionizzanti, ma a dosi basse, e in genere tale esposizione è ampiamente giustificata dalle indicazioni per cui l'esame viene richiesto.

Quanto dura?

La durata dell'esame può variare molto: mediamente si va dai 30 minuti alle due ore.

Alla fine devo restare in osservazione? Per quanto?

Terminata la procedura, il paziente viene portato in reparto, dove viene tenuto sotto controllo per alcune ore. Talvolta può essere opportuno anche un pernottamento in ospedale.

Posso riprendere subito la mia vita normale o devo avere particolari accortezze?

In generale si richiedono almeno 24 ore di riposo, dopo di che è possibile riprendere le normali attività quotidiane.

Le informazioni di questa pagina non sostituiscono il parere del medico.

  • Agenzia Zadig