Ultimo aggiornamento: 28 aprile 2018
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La colangiopancreatografia endoscopica retrograda (ERCP) è una procedura che utilizza sia un endoscopio sia i raggi X per studiare i dotti che portano all'intestino i succhi prodotti dal pancreas e la bile prodotta dal fegato e immagazzinata nella cistifellea. L’uso a scopo esclusivamente diagnostico è stato soppiantato negli ultimi anni dalla risonanza magnetica (colangioRM). L'ERCP è ancora utilizzata per effettuare in maniera meno invasiva procedure chirurgiche che in passato richiedevano un vero e proprio intervento. L’esame consente di stabilire la causa dell’ostruzione del deflusso della bile e dei succhi pancreatici nell'intestino, per esempio per la presenza di calcoli delle vie biliari, di un’infiammazione o di un tumore.
La ERCP si esegue con un endoscopio, ovvero un sottile tubo contenente fibre ottiche per illuminare e una lente per ingrandire le immagini dei tessuti. Si introduce attraverso la bocca, lungo l'esofago e lo stomaco, fino ad arrivare al duodeno. A questo punto si introduce nella sonda una cannula ancora più sottile e la si inserisce nel foro della papilla di Vater, che si trova nel duodeno. Tramite questa papilla i dotti biliari e pancreatici riversano nell'intestino bile e succhi pancreatici, indispensabili alla digestione dei cibi. Attraverso la piccola cannula inserita nella papilla, viene iniettato un mezzo di contrasto e a questo punto l’apparecchio radiografico sotto il quale il paziente è sdraiato permette di visualizzare eventuali calcoli o restringimenti nei dotti biliari o pancreatici.
A questa fase diagnostica può dunque seguire una fase operativa che permette di rimuovere l'eventuale ostacolo che impedisce il regolare passaggio della bile o dei succhi pancreatici. Un piccolo taglio allarga il foro della papilla e consente l’estrazione di calcoli dalla via biliare oppure, se vi è un restringimento dei condotti, il posizionamento di una protesi o stent che ripristini il passaggio dei succhi nel duodeno.
L’ esame è sconsigliato alle donne in gravidanza poiché l'indagine usa raggi X che possono nuocere al feto.
Occorre essere a digiuno da almeno otto ore e sospendere l'eventuale assunzione di farmaci antiaggreganti e anticoagulanti.
La procedura viene effettuata sotto sedazione e in regime di ricovero ospedaliero. Il giorno successivo all'esame, se non sono insorte complicazioni, il paziente può essere dimesso e tornare a casa, anche da solo.
Prima di eseguire il test vengono somministrati sedativi allo scopo di rendere la procedura indolore e più sopportabile. Il paziente potrà comunque provare un lieve fastidio alla gola al passaggio dell'endoscopio e avvertire una sensazione di gonfiore addominale provocata dall'introduzione di aria nell'intestino durante l'esame.
La procedura è in genere ben tollerata e sicura. Esiste, tuttavia, la possibilità di complicanze: in particolare nel 3-5 per cento dei casi può insorgere una reazione infiammatoria del pancreas (pancreatite acuta) che si può manifestare con un dolore addominale persistente e forte, ma che generalmente si presenta in forma lieve e risolvibile con una terapia medica in pochi giorni. Complicanze ancora più rare sono le infiammazioni delle vie biliari, le emorragie e le perforazioni del duodeno. Esiste poi un rischio basso di reazioni avverse alla somministrazione dei sedativi e del mezzo di contrasto usati durante la procedura.
L'esecuzione dell'esame non comporta rischi a lungo termine. Nei rari casi però in cui insorga una grave pancreatite o si verifichi una perforazione del duodeno, potrebbe essere necessario ricorrere a un intervento chirurgico.
L'esame dura da 30 a 60 minuti circa, a seconda della complessità della procedura e di eventuali trattamenti che il medico può decidere di effettuare.
È previsto un ricovero ospedaliero con un periodo di osservazione di 24 ore. Dopo l'esame si deve stare a riposo e si viene sottoposti a esami del sangue di controllo. In assenza di complicanze, si può tornare a casa il giorno seguente.
Al termine dell'esame bisogna stare a riposo e a digiuno. Il giorno dopo, se i valori degli esami del sangue sono nella norma, si può iniziare una dieta semiliquida, continuando a evitare sforzi. Dal giorno successivo alla dimissione si potranno riprendere alimentazione e attività normali.
Le informazioni di questa pagina non sostituiscono il parere del medico.
Agenzia Zadig