Ultimo aggiornamento: 3 gennaio 2018
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La gastroscopia (come per brevità viene chiamata l’esofagogastroduodenoscopia, o EGDS) è un esame invasivo: attraverso la bocca, oppure attraverso il naso, si introduce un sondino flessibile in cima al quale è posta una telecamera per osservare le superfici interne dell'esofago, dello stomaco e del duodeno, la porzione iniziale dell'intestino.
Va eseguita con molta cautela nei pazienti con grave insufficienza respiratoria o che hanno recentemente subito un infarto. Il medico, se lo ritiene necessario, può prelevare durante l'indagine piccole porzioni di tessuto da sottoporre ad analisi. Per questa ulteriore procedura, chiamata biopsia, il medico deve sapere in anticipo se il paziente ha gravi disturbi della coagulazione del sangue o prende farmaci antiaggreganti o anticoagulanti.
Nelle 8-12 ore precedenti l'esecuzione dell'esame occorre stare a digiuno. In molti centri vengono richiesti gli esami della coagulazione del sangue, in previsione di una possibile biopsia.
È preferibile farsi accompagnare, in modo che il medico possa somministrare un sedativo che faciliti e renda meno fastidioso l'esame. La sedazione impedisce al malato di tornare a casa da solo, in particolar modo se alla guida di una macchina.
L'esame non è doloroso, perché prima dell'indagine viene effettuata una lieve anestesia locale della gola, spruzzando un anestetico. Se necessario, come si è detto, è possibile inoltre ricevere una leggera dose di sedativo. La presenza del sondino nella gola può tuttavia creare senso di nausea nel corso dell'esame, fastidio evitato con la procedura transnasale. Un leggero fastidio può derivare anche dall'aria che talvolta è necessario soffiare attraverso il sondino per distendere le pareti dello stomaco. Dopo l'esame, inoltre, si potrebbe percepire irritazione alla gola e gonfiore di stomaco. Questi ultimi sono comunque disturbi che scompaiono nell'arco di 24 ore.
Seppur molto raramente, il sondino può accidentalmente danneggiare la parete dello stomaco o dell'esofago. In questo caso è necessario suturare la ferita con un intervento chirurgico. Nei casi in cui si effettua anche la biopsia, si può verificare un sanguinamento che può comunque essere arrestato nel corso della stessa gastroscopia.
No.
La procedura richiede tra i 10 e i 15 minuti.
In genere il paziente è trattenuto per circa un'ora dopo la fine dell'indagine. Quando si sono attenuati gli effetti della sedazione, può tornare a casa.
Se durante l'esame non si sono verificate complicazioni, si può tornare subito alla vita normale e già dopo 20-30 minuti si può mangiare qualcosa, prediligendo cibi freddi o a temperatura ambiente.
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Agenzia Zadig