Scintigrafia ossea

Ultimo aggiornamento: 10 luglio 2018

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Di che cosa si tratta?

La scintigrafia ossea è un esame di medicina nucleare che, mediante l'iniezione endovenosa di un radiofarmaco che trasporta isotopi radioattivi, consente di individuare la presenza di una lesione ossea che determina un accumulo del tracciante ben visibile nella immagine corrispondente. L’esame scintigrafico permette dunque di diagnosticare una malattia dell’osso di natura benigna o maligna. Molto spesso la scintigrafia ossea viene impiegata per individuare le metastasi nello scheletro, poiché è possibile esplorare l’intero corpo (con la tecnica “Total Body”) e ottenere un’immagine di tutti i segmenti ossei. La tecnica è sicura, può esser effettuata anche nei bambini: la quantità di radiofarmaco iniettata non determina una irradiazione particolarmente elevata e non sono descritti effetti collaterali.

È un esame che possono fare tutti?

La scintigrafia non deve essere effettuata in gravidanza perché le radiazioni, per quanto in piccole dosi, possono nuocere all'embrione. Per questa ragione, di norma, nelle donne in età fertile l'indagine viene eseguita entro i dieci giorni successivi all'inizio dell'ultima mestruazione, oppure quando il test di gravidanza risulta negativo. Inoltre, dal momento che le sostanze radioattive vengono escrete attraverso il latte materno, nelle donne che allattano l’esame non è indicato.

Occorre qualche tipo di preparazione particolare all'esame?

Per eseguire una scintigrafia ossea non servono preparazioni particolari, ma una buona idratazione può favorire la rapida eliminazione del radiofarmaco e migliorare il contrasto. Per questo, dopo la somministrazione del radiofarmaco, che precede di circa tre ore l'esecuzione dell'esame vero e proprio, si consiglia al paziente di assumere liquidi in abbondanza (acqua).

Prima di eseguire l'indagine, inoltre, occorre rimuovere oggetti metallici che possono modificare la rilevazione delle radiazioni (come collane, spille, orecchini, piercing).

È meglio che mi faccia accompagnare da qualcuno o posso venire da solo? Potrò guidare la macchina per tornare a casa?

Non è necessario farsi accompagnare e alla fine dell'esame si può tranquillamente guidare.

L'esame è doloroso o provoca altri tipi di disagio?

La scintigrafia ossea è una tecnica indolore. L'unico modesto fastidio può essere legato alla puntura dell'ago usato per la somministrazione endovenosa del farmaco. Non c'è da attendersi alcun disagio dalla scintigrafia, né effetti collaterali.

L'esame comporta dei rischi immediati?

La sostanza radioattiva iniettata è marcata con un radioisotopo a breve emivita e a bassa energia, l’iniezione è sicura, ben tollerata e non esistono descrizioni di gravi allergie o di preoccupanti reazioni avverse.

L'esame comporta dei rischi a lungo termine?

Il radiofarmaco iniettato emette radiazioni, ma in dosi molto basse. L'organo che nel corso dell'esame risulta essere il più esposto alle radiazioni è la vescica, ma è possibile ridurre al minimo i rischi bevendo abbondantemente e urinando dopo l'esame.

Quanto dura?

La durata dell'indagine vera e propria è di circa 20 minuti. In questo tempo si chiede al paziente di stare immobile mentre il dispositivo rivelatore acquisisce le radiazioni emesse dal paziente, che vengono convertite in immagini da un computer. Il radiofarmaco deve essere iniettato circa tre ore prima dall'esame, per dare tempo al tracciante di accumularsi nello scheletro e di localizzarsi in corrispondenza delle eventuali lesioni.

Alla fine devo restare in osservazione? Per quanto?

Non è necessario nessun periodo di osservazione dopo l'esame.

Posso riprendere subito la mia vita normale o devo avere particolari accortezze?

Al termine della scintigrafia ossea è opportuno osservare alcuni piccoli accorgimenti: innanzitutto, per facilitare l'eliminazione del radiofarmaco, occorre bere abbondantemente e urinare spesso. Dopo l'utilizzo del WC è opportuno far scorrere abbondantemente l'acqua e lavarsi bene le mani.

Per le 48 ore successive all'esame, inoltre, è prudente evitare il contatto stretto con le donne in gravidanza e i bambini più piccoli che non vanno presi in braccio. Basta rimanere a distanza di 1-2 metri per eliminare il rischio della irradiazione delle persone vicine.

Le informazioni di questa pagina non sostituiscono il parere del medico.

  • Agenzia Zadig