Ultimo aggiornamento: 10 luglio 2018
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Le cavità pleurica (il sottile spazio compreso tra la parete toracica e i polmoni) e peritoneale (che si trova tra i visceri addominali) sono cavità virtuali, nelle quali normalmente si trova solo un sottile velo di liquido. L’accumulo di tale liquido in una quantità superiore al normale prende il nome a livello toracico di versamento pleurico e a livello addominale di ascite e può dipendere da un tumore oppure da malattie di altra natura (come una pleurite o una cirrosi). Con la toracentesi si preleva del liquido dalla cavità pleurica e con la paracentesi si effettua la stessa operazione nella cavità peritoneale.
Il liquido prelevato viene poi inviato al laboratorio di analisi per capire la causa dell’accumulo.
Oltre che a scopo diagnostico, la procedura può essere effettuata per ridurre la pressione esercitata sugli altri organi dal liquido in eccesso, che per esempio può ostacolare la respirazione o causare dolore.
Toracentesi e paracentesi sono due esami condotti introducendo un ago sottile, in anestesia locale e sotto guida ecografica, rispettivamente nel torace, mentre il paziente sta seduto e piegato in avanti e nell'addome, mentre il paziente è sdraiato sulla schiena o su un fianco. Talvolta il medico può decidere di lasciare un tubicino che permette di drenare liquido nei giorni successivi all’esame.
Entrambi gli esami possono essere controindicati in persone che hanno patologie della coagulazione del sangue o risultare difficoltosi in presenza di aderenze dovute a precedenti interventi rispettivamente al torace o all'addome. La toracentesi è inoltre controindicata nelle persone con scompenso cardiaco e dilatazione della parte destra del cuore (cor pulmonale) oppure che soffrono di malattie polmonari croniche, come l'enfisema. La paracentesi può essere resa difficoltosa da una forte obesità.
Nei giorni precedenti l'esame il medico potrebbe chiedere di interrompere eventuali terapie anticoagulanti o antiaggreganti. È bene segnalare la presenza di allergie e la possibilità di una gravidanza in corso.
Trattandosi di un esame invasivo, se l'esame viene effettuato in ambulatorio e non durante un ricovero, è meglio farsi accompagnare.
Prima di introdurre l'ago si effettua un'anestesia locale, per cui, al di là del piccolo disagio legato all'iniezione, si sente solo un leggero dolore o un senso di pressione al momento della penetrazione dell'ago e dell'aspirazione del liquido.
Quando dall'addome vengono asportate grandi quantità di liquido è possibile avvertire un leggero giramento di testa per il calo di pressione arteriosa; in questo caso il medico può somministrare altri liquidi tramite una flebo.
In generale si tratta di procedure sicure, anche se in rari casi è possibile che si verifichino complicazioni. Nella toracentesi l'ago può accidentalmente pungere il polmone: in questo caso l'aria che entra nella cavità pleurica può far collassare parte del polmone stesso (pneumotorace). L'eccessiva rimozione di liquido può inoltre determinare il richiamo di altro liquido all'interno dei polmoni (edema polmonare).
Le probabilità che durante la paracentesi si colpisca la vescica, l'intestino o un vaso sanguigno sono molto basse, così come l’eventualità che cellule tumorali presenti nella cavità peritoneale si possano diffondere.
In entrambe le procedure non si può escludere il rischio, raro, di complicazioni emorragiche o infettive, per cui è bene contattare immediatamente il medico se nei giorni successivi all'esame compaiono febbre, dolore o sangue nelle urine o nel liquido di drenaggio.
L'esame non implica rischi a distanza di tempo.
La toracentesi viene eseguita di solito in 10-15 minuti, la paracentesi in 20-30 minuti.
Dopo entrambi gli esami è bene restare in osservazione per circa 2-3 ore.
Dopo l'esame si può riprendere la propria vita normale.
Le informazioni di questa pagina non sostituiscono il parere del medico.
Agenzia Zadig