Radioterapia

La radioterapia è un particolare tipo di terapia fisica che utilizza le radiazioni, in genere i raggi X, nella cura dei tumori. Ecco la guida al trattamento.

Ultimo aggiornamento: 1 giugno 2012

Tempo di lettura: 25 minuti

Che cos'è la radioterapia?

La radioterapia è un particolare tipo di terapia fisica che utilizza le radiazioni, in genere i raggi X, nella cura dei tumori. Queste radiazioni sono dette radiazioni ionizzanti.

I raggi X sono noti in medicina da tempo: sono stati scoperti più di un secolo fa, e da allora sono utilizzati sia a scopo diagnostico, come nel caso delle radiografie, sia a scopo terapeutico, nel caso appunto della radioterapia.

Le dosi di raggi X utilizzate nei due casi e le modalità di somministrazione sono differenti:

  • negli esami diagnostici permettono di "vedere" all'interno del corpo - per esempio per accertare se c'è una frattura di un osso - provocando danni minimi ai tessuti;
  • nella radioterapia, invece, si utilizzano proprio per colpire e distruggere le cellule tumorali, cercando di risparmiare quelle sane.

Quattro persone su dieci con tumore sono sottoposte a radioterapia, da sola o associata ad altri trattamenti quali la chirurgia e la chemioterapia.

Come agisce la radioterapia?

La radioterapia utilizza radiazioni ad alta energia, emesse da sostanze radioattive (per esempio iodio o cobalto) oppure prodotte da specifiche apparecchiature chiamate acceleratori lineari.

Le radiazioni sono dirette contro la massa tumorale e danneggiano in particolare le cellule cancerose che in questo modo non riescono più a proliferare: il tumore così trattato non è più in grado di crescere e si riduce progressivamente.

Sebbene la radioterapia sia effettuata con sempre maggiore precisione, può accadere che alcune cellule sane, vicine alla zona malata, siano colpite dalle radiazioni. Rispetto alle cellule tumorali le cellule sane sanno riparare meglio i danni da radiazioni.

La migliore reazione delle cellule sane, insieme alla grande precisione con cui le radiazioni colpiscono il tumore, permettono di effettuare trattamenti efficaci con effetti collaterali in genere contenuti.

Come si somministra la radioterapia?

La radioterapia può essere somministrata in due modi:

  • radioterapia esterna (o transcutanea, o a fasci esterni) si chiama così perché la fonte di raggi è posizionata all'esterno del corpo.
  • radioterapia interna si chiama così la radioterapia somministrata dall'interno del corpo. Ciò può avvenire in vari modi: mediante minuscole sonde di metallo radioattivo che vengono posizionate direttamente all'interno del tumore o molto vicino a esso (brachiterapia), oppure attraverso un liquido radioattivo da bere o da iniettare in vena, che viene captato in maniera specifica dalle cellule tumorali.

Il trattamento di radioterapia è personalizzato per ciascun paziente, a seconda del tipo di tumore, delle sue dimensioni, della localizzazione nell'organismo, e delle condizioni del paziente stesso.

In relazione a diversi fattori, oltre al tipo di radioterapia più indicata, si stabilisce la durata e la dose complessiva del trattamento: viene determinata la dose di radiazioni totale necessaria a distruggere il tumore e si stabilisce poi in quantefrazioni vada somministrata, e con quale frequenza.

Un'équipe composta da più specialisti, che agiscono in stretta collaborazione, stabilisce e realizza il piano di cura di un paziente che deve sottoporsi a radioterapia.
In genere il team è formato da:

  • il medico oncologo radioterapista: è un medico specialista oncologo con competenze specifiche nell'utilizzo delle radiazioni ionizzanti. Sceglie il trattamento più appropriato per il singolo paziente e le tecniche da utilizzare;
  • il fisico medico: è un laureato in fisica con una preparazione specifica sull'impiego delle radiazioni in medicina. Oltre a collaborare nella scelta del trattamento più idoneo, è responsabile del funzionamento e della sicurezza delle apparecchiature;
  • il tecnico di radioterapia: è un tecnico di radiologia con preparazione specifica in radioterapia. È lo specialista che ha il contatto più stretto con il paziente, poiché lo segue direttamente nelle sessioni giornaliere di terapia, ne predispone il corretto posizionamento all'inizio della seduta e lo sorveglia durante il trattamento;
  • l'infermiere professionale: ha una preparazione specifica e collabora con il medico e con il tecnico radiologo nel seguire i pazienti durante le visite e le sedute di terapia.

Il team di specialisti elabora con estrema cura un piano di trattamento personalizzato, affinché la più alta dose possibile di radiazioni colpisca in maniera specifica le cellule tumorali e non quelle sane. Tale strategia permette di ottenere i migliori risultati nel distruggere il tumore, minimizzando al tempo stesso il rischio di effetti collaterali dovuti alla radioterapia.

Radioterapia esterna

Cos'è la radioterapia esterna, e come funziona?

Nella radioterapia esterna le radiazioni ionizzanti ad alta energia (raggi X, oppure irradiazioni di cobalto, oppure fasci di particelle come protoni ed elettroni), sono emesse da un apparecchio che si trova all'esterno del corpo del paziente.
Questo apparecchio non entra in contatto diretto con il corpo e non provoca alcun dolore, ma fa convergere le radiazioni nel punto preciso dove si trova il tessuto tumorale da distruggere.

L'evoluzione tecnologica ha consentito di realizzare molti tipi di dispositivi e di tecniche, con caratteristiche diverse, e il radioterapista sceglierà qual è il più appropriato nel singolo paziente, a seconda del tipo di tumore e della sua localizzazione.
Per esempio, vi sono:

  • la radioterapia conformazionale
  • la radioterapia a intensità modulata del fascio
  • la radioterapia stereotassica
  • la radioterapia imaging guidata

In ogni caso, la tecnica viene scelta allo scopo di colpire il tumore con la dose più elevata di radiazioni possibile, e nel modo più omogeneo possibile, evitando allo stesso tempo di colpire i tessuti sani vicini.
Pur con alcune differenze fra una tecnica e l'altra, in sintesi si procede in questo modo:

  • per prima cosa si definisce il "bersaglio", cioè la posizione del tumore, con apposite indagini diagnostiche e ricostruzioni tridimensionali;
  • in seguito, per proteggere le parti sane, si utilizzano apposite schermature personalizzate tramite lamelle, che si trovano all'interno dell'apparecchio; esse permettono quindi di dirigere il fascio di radiazioni nel modo voluto. Alcune tecniche sono perfino in grado di "aggiustare il tiro" in base ai movimenti del respiro, in modo che anche il più piccolo movimento del paziente non interferisca con il trattamento.

Quando si è sottoposti a radioterapia esterna si deve essere ricoverati in ospedale?

Di solito la radioterapia esterna non richiede un ricovero, ma si effettua in regime ambulatoriale, cioè ci si reca in ospedale ogni volta per il trattamento, terminato il quale si ritorna a casa propria.

La dose complessiva di radiazioni stabilita per il trattamento viene suddivisa in dosi ridotte, chiamate "frazioni".
In genere le sedute di radioterapia sono ogni giorno, dal lunedì al venerdì, con pausa il sabato e la domenica. In qualche caso possono invece essere due volte al giorno, o a giorni alterni. Il periodo di trattamento complessivo dura in media qualche settimana (da una a sei settimane, in qualche caso di più).

Il personale di radioterapia darà tutte le indicazioni necessarie riguardo i trasporti: indicherà quali mezzi pubblici si possono utilizzare, metterà a disposizione un pass per entrare in ospedale con mezzi propri e per il parcheggio interno, oppure, per chi avesse problemi a utilizzare questi mezzi, potrà organizzare il trasposto con una navetta o con l'ambulanza.

Per chi abita molto lontano dall'ospedale, per esempio proviene da un'altra città, l'ospedale può talvolta avere a disposizione degli ostelli, o indicare strutture convenzionate, o gruppi di volontariato che possono dare ospitalità. Alcuni pazienti possono invece essere ricoverati.

Quali apparecchiature si utilizzano per la radioterapia esterna?

Ci sono diversi tipi di apparecchiature per somministrare la radioterapia esterna, e il tipo da utilizzare in ogni paziente viene attentamente scelto dal team di specialisti radioterapisti.

Il trattamento dura solo pochi minuti, ma occorre tempo per posizionale esattamente il paziente.
È normale sentirsi agitati o preoccupati quando ci si deve sottoporre a questo trattamento: chiedere allo staff tutti i chiarimenti sulla procedura e il suo funzionamento aiuta a sgomberare il campo da dubbi e timori. Il personale di radioterapia è consapevole del fatto che i pazienti possono essere molto preoccupati, ed è ben lieto di offrire tutto il supporto possibile per farli sentire invece tranquilli e a proprio agio. Non bisogna quindi esitare a porre tutte le domande necessarie.

La radioterapia esterna è dolorosa, o provoca disturbi?

La radioterapia esterna non è dolorosa, al massimo durante la seduta si avverte un leggero fastidio nella parte irradiata, e terminata la terapia quotidiana si può tornare alle proprie attività.

Nonostante si siano ricevute radiazioni, non rimane traccia di radioattività sul corpo del paziente, quindi si può avvicinare chiunque senza temere di recargli alcun danno, comprese donne in gravidanza e bambini. Grazie all'evoluzione della tecnologia, in molti dei pazienti sottoposti a radioterapia non compaiono effetti collaterali, e molti di loro continuano a svolgere le attività abituali, lavoro compreso; le persone tuttavia reagiscono in modo diverso alla cura. Qualcuno ha maggiore bisogno di riposo, e riduce quindi i propri impegni.

In alcuni pazienti possono comparire effetti collaterali, cioè disturbi provocati dall'azione delle radiazioni sui tessuti sani. Si tratta di disturbi spiacevoli, che tuttavia possono essere ridotti e in parte prevenuti con appositi accorgimenti o terapie.

Come si realizza il piano di trattamento personalizzato?

Il piano di trattamento è individuale, cioè viene preparato "su misura" per ogni paziente. Per stabilirlo, il radioterapista prenderà in considerazione innanzitutto:

  • il tipo di tumore
  • localizzazioni e dimensioni
  • eventuali pregressi trattamenti
  • le condizioni generali di salute, eventuali malattie verificatesi in passato o presenti (per esempio diabete, ipertensione arteriosa, ecc...)
  • eventuali farmaci che si stanno assumendo.

Durante la prima visita vengono quindi raccolte tutte queste informazioni, viene esaminata la documentazione relativa al tumore (es. radiografie, ecografie, TC o Risonanza Magnetica, esame istologico, agoaspirato eccetera), ed eventuali altri esami in possesso del paziente (es. esami del sangue).

Possono a volte essere richiesti altri accertamenti, a completamento degli esami. Stabilito il tipo di radioterapia più indicato, il medico ne spiega al paziente caratteristiche, modalità e durata prevista, e gli fornisce tutti i chiarimenti necessari.

Viene effettuato un esame radiologico, detto "TC di centratura", necessario per definire con precisione i limiti dell'area tumorale.
Potranno poi trascorrere alcuni giorni prima che il piano di trattamento sia definitivamente pronto in tutti i suoi dettagli.
È importante sentirsi coinvolti attivamente nel trattamento: è bene quindi fare al personale di radioterapia tutte le domande che si ritengono utili, perché più si capisce il percorso che verrà seguito, più semplice sarà affrontarlo.

Prove generali: la fase di "simulazione" del trattamento

Prima di iniziare con il trattamento vero e proprio, è prevista la fase di "simulazione". Si chiama così proprio perché l'apparecchiatura usata è simile a quella utilizzata per la radioterapia esterna, e si muove nello stesso modo, mentre il paziente viene fatto collocare sul lettino come se dovesse ricevere il trattamento. In questa fase però la macchina, invece che somministrare le radiazioni, raccoglie immagini del tumore e della sua posizione, e le invia al computer in modo che il radiologo possa verificare ed eventualmente correggere la posizione del paziente, la direzione del fascio di radiazioni, i contorni dell'area da trattare e tutti i parametri necessari alla seduta di radioterapia.

È una specie di prova generale prima del trattamento vero e proprio, che permette di perfezionare la metodica di somministrazione nei minimi dettagli.

Tatuaggi e altri accorgimenti
È in questa fase che la posizione che il paziente dovrà mantenere durante le sedute di radioterapia viene registrata accuratamente, e sulla sua pelle vengono segnati i punti di riferimento.

I segni sulla pelle possono essere fatti con un inchiostro speciale, oppure con dei piccoli tatuaggi. Ciò garantisce che la stessa area sia irradiata con precisione a ogni seduta successiva: è importantissimo fare molta attenzione a non cancellare in nessun modo questi segni quando ci si lava. Se ci si accorge che i segni si stanno cancellando, non bisogna cercare di porvi rimedio da soli, ma è necessario avvisare il radioterapista.

Possono infine essere predisposti appositi "sostegni" su misura, per fare in modo che le parti del corpo interessate siano mantenute immobili durante la radioterapia (per esempio per il collo, o un arto). Per il volto o la testa vengono preparate apposite "maschere" in materiale plastico trasparente, termoresistente.

Avere sul volto questa maschera può risultare fastidioso all'inizio, può fare un po' impressione, o dare un leggero senso di claustrofobia. È bene avvisare lo staff di radioterapia se ci si sente a disagio. La maggior parte dei pazienti comunque ci si abitua immediatamente. Inoltre, molte di queste maschere sono morbide e flessibili, permettendo un buon comfort e la possibilità di respirare normalmente, poiché lasciano liberi sia la bocca sia il naso. È anche importante sapere che vanno tenute non per tutta la seduta di radioterapia, ma solo per i pochi minuti di irradiazione.

Come si svolge la seduta di radioterapia?

La fase di preparazione al trattamento è in genere molto più lunga della fase di trattamento vera e propria. Ogni seduta di radioterapia esterna dura infatti circa 15-20 minuti, e il tempo di irradiazione effettiva è ancora più breve: pochi minuti. Il resto del tempo serve per lo più a collocare il paziente nella posizione precisa.

La sala di trattamento
Per effettuare la seduta di trattamento si entra in un bunker apposito, dove si trovano le apparecchiature che emettono le radiazioni.
macchinari per la radioterapia esterna sono molto grandi, possono fare una certa impressione la prima volta che li si vede e può quindi capitare di sentirsi un po' nervosi e preoccupati. Anche in questo caso, non bisogna esitare a comunicare al personale le proprie preoccupazioni, per essere rassicurati e tranquillizzati.

Il tecnico di radioterapia, con l'assistenza dell'infermiere, aiuterà il paziente a sistemarsi sul lettino nella posizione corretta per ricevere la radioterapia, e la prima volta spiegherà bene che cosa il paziente vedrà e i rumori che sentirà, come la macchina potrà muoversi, eccetera. Posizionerà inoltre tutti i dispositivi necessari a mantenere la parte del corpo trattata ben ferma, e gli schermi per proteggere i tessuti sani vicini.

È molto importante che durante i pochi minuti di trattamento il paziente sia tranquillo e rilassato, in modo da rimanere il più immobile possibile. Per favorire il rilassamento del paziente, in alcune sale di terapia viene anche trasmessa la musica.

Una volta sistemato il paziente nella posizione corretta, quando tutto è finalmente pronto, il personale di radioterapia si trasferisce dalla sala di trattamento, alla sala adiacente per evitare di essere esposto alle radiazioni. Gli operatori monitorano costantemente ciò che accade nella sala di trattamento: spesso osservano la situazione dalle apposite telecamere, e sorvegliano ogni dettaglio mediante le immagini di un circuito audio-televisivo interno sui propri monitor. La comunicazione tra paziente e personale è sempre possibile, in qualsiasi momento del trattamento, prima di iniziare la seduta vengono fornite tutte le spiegazioni su come fare per avvisare lo staff in caso di necessità.

Anche le macchine vengono costantemente tenute sotto controllo dai tecnici e radioterapisti in tutti i loro parametri, e vengono inoltre registrate alcune immagini che verranno valutate dal radioterapista per i trattamenti successivi.

Cos'è la radioterapia esterna, e come funziona?

Il radioterapista e tutto lo staff di radioterapia fanno in modo di fornire al paziente tutte le informazioni necessarie per affrontare consapevolmente e serenamente il trattamento.

Tuttavia, per essere sicuri di avere chiesto tutti i chiarimenti necessari, può essere utile seguire una lista di domande da sottoporre in occasione delle visite preparatorie.

Ecco alcune domande utili:

  • Quanto spesso dovrò recarmi in ospedale per il mio trattamento?
  • È prevista qualche agevolazione per i trasposti (parcheggio interno, navetta eccetera)?
  • Quanto durerà la cura complessivamente?
  • Quanto durerà ogni seduta di radioterapia, e con che frequenza?
  • Quale tipo di macchinario verrà utilizzato?
  • Quanto tempo dopo la pianificazione del trattamento si prevede che inizierò le sedute?
  • Sarà necessario "marcare" la pelle con dei segni? Di che tipo? Saranno permanenti, o dopo un po' scompariranno? Come dovrò trattare la pelle in quell'area?
  • Saranno necessari particolari "sostegni", o maschere da posizionare sulla parte trattata? Di che tipo?
  • Durante la seduta di radioterapia avvertirò qualche sensazione particolare?
  • Cosa può succedere se non riesco a stare immobile, e come posso fare se la posizione che devo mantenere è troppo scomoda, o se avverto qualche fastidio durante la seduta di RT?
  • Il personale mi vede e mi controlla in ogni momento durante la radioterapia? Come posso fare a chiamarli se avverto qualche cosa che non va?
  • Finita la seduta, posso tornare subito a casa, o devo fermarmi un po' in ospedale?
  • Devo farmi accompagnare da qualcuno o posso venire da solo? Posso guidare l'automobile?
  • Se mi sento bene durante il periodo di trattamento, quali tipi di attività fisica posso praticare?

Radioterapia interna

Che cos'è la radioterapia interna e come funziona?

Per alcuni pazienti che devono essere sottoposti a trattamento radiante viene scelta una modalità di radioterapia interna.
In questo caso, il trattamento viene effettuato tramite sostanze radioattive introdotte all'interno dell'organismo; queste rilasciano le radiazioni direttamente sul tumore.

Queste sostanze sono di due tipi:

  • metalli radioattivi
  • liquidi radioattivi

Le sostanze che possono essere utilizzate per la radioterapia interna sono rappresentate, per lo più da: cobalto, iodio, iridio, cesio e palladio.

Il trattamento può avvenire secondo due modalità differenti:

  • impianti radioattivi: il materiale radioattivo viene collocato direttamente all'interno del tumore o molto vicino a esso; questo trattamento si definisce brachiterapia (dal greco brachýs = corto), o anche radioterapia di contatto:  in questo caso infatti la sorgente di radiazioni è posta direttamente a contatto con il bersaglio che deve colpire. A sua volta, la brachiterapia può essere distinta in due forme:
    • brachiterapia interstiziale: piccole sonde di metallo radioattivo vengono impiantate nel tumore con un intervento chirurgico mini invasivo;
    • brachiterapia  endocavitaria: il materiale radioattivo viene introdotto all'interno di cavità naturali del corpo (per esempio, cavo orale, utero) mediante apposite sonde, in modo da trovarsi in prossimità del tumore
  • liquidi radioattivi: un altro tipo di radioterapia interna è la cosiddetta radioterapia sistemica, o metabolica: in questo caso al paziente viene fatto assumere uno speciale liquido radioattivo, o lo si inietta direttamente nel circolo sanguigno, in modo che venga assorbito e raggiunga il tumore; il materiale radioattivo si legherà selettivamente solo al tessuto tumorale, senza danneggiare i tessuti sani. Un esempio tipico di questo trattamento è l'utilizzo dello iodio radioattivo per il tumore alla tiroide.

Anche nella radioterapia interna, come sempre nel piano di trattamento radioterapico, la scelta di uno o dell'altro tipo di trattamento viene attentamente valutata in base alle caratteristiche e dimensioni del tumore, alla sua posizione nel corpo, e alle condizioni del paziente: il radioterapista stabilisce qual è il trattamento più efficace e più adatto al singolo caso.

Per la radioterapia interna è necessario essere ricoverati in ospedale?

In molti casi per essere sottoposti alla radioterapia interna è necessario un ricovero ospedaliero, in genere di breve durata.

Come si svolge la radioterapia interna con impianti radioattivi (brachiterapia)

Nella brachiterapia si devono posizionare le sostanze radioattive (dette "sorgenti") direttamente nel tumore o molto vicino a esso.
Nella brachiterapia interstiziale, si effettua un piccolo intervento chirurgico, per inserire nel tumore minuscole sonde di metallo radioattivo (per es. aghi o "semi", ovvero minuscoli cilindretti).

Il materiale radioattivo può essere anche inserito in un dispositivo a forma di sottile tubicino di plastica, chiamato catetere, che viene inserito all'interno di una cavità naturale.

Può essere necessaria una leggera anestesia locale, o anche un'anestesia generale, a seconda del tipo di sorgente radioattiva da posizionare e della sede di trattamento.

La sorgente viene lasciata all'interno del corpo per un certo periodo di tempo: in alcuni trattamenti solo per alcuni minuti, in altri per alcuni giorni, dopodiché viene rimossa.

In genere la possibilità che il paziente emetta radiazioni è presente solo fino a che la sorgente è posizionata nel corpo, per questo motivo viene evitato il contatto con altre persone in questo periodo ed è necessario il ricovero, in una stanza singola e schermata.

In alcuni tipi di tumore, la sorgente radioattiva viene lasciata nel corpo in modo permanente: è il caso per esempio di alcuni tipi di tumore alla prostata. I piccoli semi radioattivi (grandi quanto un chicco di riso) vengono inseriti nella prostata e lasciati in sede, rilasciando rapidamente e progressivamente la loro radioattività. In questi casi viene rilasciata una elevata dose di radiazioni nella zona tumorale, ma la radioattività si estende solo per pochi millimetri nei dintorni, quindi non viene propagata all'esterno del corpo. Il paziente, cioè, non emette radioattività e non rappresenta un pericolo per le altre persone. In genere comunque, per prudenza, si consiglia di non avere stretti contatti con bambini e donne in gravidanza per un periodo di tempo variabile in base alla sostanza radioattiva utilizzata.

Qualora, in rarissimi casi, si rilevi qualche traccia di radioattività all'esterno del corpo del paziente, si consiglia un ricovero più prolungato per evitare contatti con altre persone, fino a quando la radioattività non sia del tutto esaurita.

La "simulazione"
Anche per la radioterapia interna è prevista una fase di "simulazione", in cui il radioterapista stabilisce la posizione in cui dovranno essere collocate le sorgenti radioattive: spesso viene effettuata mediante una seduta ambulatoriale, ma a volte occorre la somministrazione di un'anestesia e quindi un breve ricovero.

Come si svolge la radioterapia interna con liquidi radioattivi (sistemica o metabolica)

Il liquido radioattivo può essere somministrato al paziente mediante una bevanda oppure iniettato all'interno delle vene tramite una puntura endovenosa.

La componente radioattiva del liquido si chiama isotopo: esso in genere è legato a un'altra sostanza che "riconosce" in modo specifico le cellule tumorali, in modo da poter colpire selettivamente solo la malattia e non gli altri tessuti sani.

Norme di protezione

Diversamente da quanto accade per la radioterapia esterna, a seconda dei metodi utilizzati, un paziente sottoposto a radioterapia interna può emettere una piccola dose di radiazioni, anche se per un breve periodo.

Per questo motivo è opportuno seguire alcuni accorgimenti che vengono definiti norme di protezione  e che vengono prescritti esclusivamente dallo specialista.

Queste norme di sicurezza sono in genere necessarie:

  • fino a quando la sorgente radioattiva è collocata all'interno del corpo, nel caso della brachiterapia  (brachiterapia): non appena la sorgente viene tolta, la radioattività nel corpo cessa;
  • per qualche giorno dopo aver ricevuto la somministrazione di un liquido radioattivo nel caso della radioterapia metabolica (sistemica o metabolica"): il liquido continua infatti a rilasciare radioattività nell'organismo per alcuni giorni, essa si riduce poi gradualmente fino a scomparire del tutto.

In genere le norme di protezione prevedono gli accorgimenti seguenti:

  • solitamente si viene ricoverati per pochi giorni in una stanza speciale, a un solo letto; si ha in genere a disposizione comunque televisione e telefono;
  • le visite dei familiari vengono ridotte al minimo, o evitate; in ogni caso, eventuali visitatori devono rimanere a una distanza stabilita dal paziente e dal letto; sono vietate assolutamente le visite di bambini e donne in gravidanza;
  • il personale medico e infermieristico rimane nella stanza solo per brevi periodi, ma è sempre in contatto con il paziente tramite appositi interfono e telecamere a circuito chiuso. Il paziente può quindi in qualunque momento comunicare con gli infermieri;
  • può essere misurata la radioattività nella stanza mediante appositi strumenti (contatori Geiger).

È importante tenere presente che in genere la permanenza in queste condizioni di ricovero "protetto" è molto breve, spesso solo uno o due giorni, e che le misure di sicurezza sono necessarie solo finché la sorgente radioattiva è posizionata nell'organismo o per pochi giorni dopo aver ricevuto il liquido radioattivo.

Quanto dura il trattamento?

Un trattamento di radioterapia di solito dura diversi giorni o alcune settimane. In genere è effettuata una seduta al giorno, dal lunedì al venerdì, con una pausa nel fine settimana per dare tempo alle cellule sane eventualmente colpite di mettere in atto i processi di autoriparazione. Si ricomincia, poi, il lunedì seguente, fino alla fine del periodo di trattamento.

Ogni seduta dura da 10 minuti a mezz'ora circa.

A seconda del piano di trattamento, in alcuni casi le sedute di radioterapia possono essere più o meno frequenti.

A cosa serve la radioterapia?

A seconda del tipo di tumore e delle condizioni cliniche del paziente la radioterapia può avere diversi obiettivi:

  • radioterapia radicale: ha lo scopo di eliminare completamente il tumore;
  • radioterapia palliativa:  può essere consigliata per alleviare alcuni sintomi provocati dal tumore;
  • radioterapia preoperatoria, chiamata anchetrattamento neoadiuvante: è da eseguire prima dell'intervento chirurgico di asportazione del tumore per rimpicciolirne le dimensioni e renderne così più semplice l'operazione. Serve anche a ridurre il rischio che un piccolo numero di cellule malate possa eventualmente diffondersi durante l'intervento;
  • radioterapia postoperatoria  o trattamento adiuvante: può essere consigliato dopo un intervento chirurgico di asportazione del tumore, per aumentare le probabilità di eliminare ogni residuo del tumore;
  • radioterapia intraoperatoria, detta anche IORT (Intra-Operative RadioTherapy): consiste nella somministrazione di una dose di radiazioni nel corso dell'intervento chirurgico di asportazione del tumore. Richiede particolari apparecchiature e sistemi di protezione in sala operatoria, per cui viene eseguita solo in alcuni centri specializzati;
  • radioterapia total body: con questa procedura viene irradiato tutto l'organismo del paziente in modo da distruggere le cellule malate in alcuni particolari tumori, che colpiscono le cellule del sangue e del sistema linfatico, come alcuni tipi di leucemie o linfomi. Le cellule colpite saranno in seguito rimpiazzate da nuove cellule sanguigne o linfatiche sane grazie a un trapianto di midollo osseo o di particolari cellule progenitrici, dette cellule staminali.

Si corre qualche rischio a sottoporsi a un trattamento radioterapico?

La radioterapia non è un trattamento pericoloso né invasivo; la radioterapia esterna non richiede la somministrazione di un'anestesia, che può essere necessaria invece in alcune procedure di radioterapia interna.

In genere il paziente non avverte alcun fastidio durante la seduta; solo alcuni riferiscono un modesto disagio dovuto alla posizione che viene assunta.

Gli effetti collaterali che il trattamento può provocare sono legati alla possibilità che le radiazioni colpiscano - sebbene in misura minore - i tessuti sani vicini al tumore, provocando quindi la comparsa di alcuni disturbi.

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Effetti collaterali della radioterapia

La comparsa di effetti collaterali è molto variabile da un paziente all'altro. Alcuni manifestano solo effetti lievi, altri più fastidiosi, e ciò dipende sia dalle condizioni di salute generali, sia dalla sede del tumore e dal tipo di trattamento cui si è sottoposti.

In alcuni casi compaiono durante il trattamento, in genere verso la fine del periodo previsto (effetti a breve termine), in altri dopo qualche tempo (effetti a lungo termine).

In ogni caso, è bene chiedere in anticipo al medico quali saranno i disturbi più probabili nel proprio caso, e gli accorgimenti e le precauzioni da assumere per minimizzare i sintomi.

Ad ogni modo, nella maggior parte dei casi gli effetti collaterali, sebbene fastidiosi, sono di lieve o modesta entità, e scompaiono in genere dopo qualche settimana, una volta terminato il trattamento. Solo in alcuni pazienti durano più a lungo, o richiedono terapie specifiche.

Vediamo ora quali sono gli effetti collaterali più frequenti, e i loro possibili rimedi.

Stanchezza

Molti pazienti si sentono più stanchi nel periodo in cui sono sottoposti a radioterapia, specie dopo le prime settimane, e a volte questo disturbo può durare anche per qualche tempo dopo la fine del trattamento.

Perché ci si sente più stanchi?

Il corpo è intento a riparare le cellule sane eventualmente colpite dai raggi: un processo che richiede energia ed è faticoso. Più raramente la stanchezza potrebbe dipendere da un transitorio abbassamento del numero di globuli rossi (anemia), specie nei pazienti in cui le zone del corpo irradiate sono più estese: per questo motivo il medico prescriverà periodici esami del sangue e, se necessario, consiglierà una cura per l'anemia.

Cosa fare?

Si consiglia di riposare quanto necessario, in base a come ci si sente, e di muoversi per quanto possibile, per esempio facendo brevi passeggiate o un'altra attività fisica leggera a piacere, scegliendo il momento della giornata in cui ci si sente meno affaticati, e senza esagerare. È dimostrato da ricerche scientifiche che ciò è utile a ridurre la sensazione di stanchezza.

Reazioni cutanee

Le reazioni della pelle alla radioterapia dipendono dal tipo di pelle e dall'estensione dell'area trattata. Possono comparire arrossamenti e irritazione, come un eritema solare. Ciò in genere non accade subito, ma gradualmente, dopo alcune sedute. Il radioterapista ne controlla abitualmente l'eventuale comparsa, in ogni caso è bene informarlo, qualora ci si accorga che qualcosa alla propria pelle non va: in caso di reazioni importanti, infatti, il medico può sospendere il trattamento.

Come avere una buona cura della pelle durante radioterapia?

Innanzitutto è importante attenersi scrupolosamente alle indicazioni date in proposito dall'oncologo radioterapista.

In generale, è bene tenere presente questi consigli:

  • evitare di grattare o strofinare le zone di pelle ove siano comparsi arrossamenti;
  • non applicare alcun tipo di crema o lozione di propria iniziativa: utilizzare solo prodotti eventualmente consigliati dal personale sanitario;
  • evitare di esporsi al sole durante il trattamento radiante. In caso di attività all'aperto, proteggere con indumenti le zone sottoposte a radioterapia, e ricordarsi di utilizzare creme solari ad alta protezione, anche in questo caso consigliate dai radioterapisti;
  • indossare indumenti larghi e comodi, in tessuti naturali, per esempio cotone o lino;
  • usare massima delicatezza nell'igiene personale: non usare profumi, deodoranti, spugne abrasive, cosmetici sulla parte esposta a radioterapia; è consigliato invece lavare la parte quotidianamente con sapone delicato e acqua tiepida o fredda.

Questi consigli valgono per l'area di pelle trattata e quella nelle immediate vicinanze, mentre per il resto la pelle può essere trattata normalmente.

Inoltre, è opportuno tener presente che nella maggior parte dei casi gli effetti sulla pelle sono transitori. In alcuni casi possono però comparire effetti duraturi, quali un colorito più scuro, oppure piccole chiazze rosse dovute a dilatazioni dei capillari (teleangectasie): non sono effetti preoccupanti, anche se possono dare fastidio dal punto di vista estetico, e vi si potrà comunque porre rimedio con uno speciale makeup (camouflage).

Caduta dei peli e dei capelli

La radioterapia può far cadere peli e capelli, ma esclusivamente nell'area trattata, quindi in caso di irradiazione al capo. La peluria delle aree corporee non sottoposte a trattamento non viene in alcun modo danneggiata. In ogni caso, dopo alcune settimane dal termine del trattamento i capelli e i peli ricrescono.

Effetti sullo stato emotivo

A molte persone che si sottopongono alla radioterapia capita di avvertire un cambiamento delle proprie condizioni emotive. Alcuni si sentono più ansiosi e nervosi, altri più tristi e depressi. Lo spettro delle emozioni che può comparire è molto variabile: si può provare ansia, perdita di speranza, rabbia, depressione, voglia di piangere per un nonnulla. Non si tratta di emozioni causate direttamente dalla radioterapia, ma di stati d'animo comuni a chi deve affrontare la malattia, in particolare un tumore, favoriti dal necessario cambiamento delle abitudini di vita quotidiana, e dalla preoccupazione per la malattia e le cure cui bisogna sottoporsi. Parlarne con il medico o uno specialista del team di radioterapia può essere molto utile, per affrontare meglio la situazione.

Altri effetti collaterali

Altri effetti collaterali possono comparire a seconda delle zone corporee trattate, sia a breve sia a lungo termine. Per esempio, in caso di radioterapia allo stomaco possono comparire disturbi dell'appetito e della digestione, oppure in caso di irradiazione al cavo orale può manifestarsi secchezza alla bocca, e così via, a seconda della sede corporea interessata. È importante parlare con il radioterapista di riferimento degli eventuali effetti collaterali per prevenirne la comparsa e attenuarne i sintomi.

Si può continuare a lavorare mentre ci si sottopone ad un trattamento radioterapico?

Proseguire o meno l'attività lavorativa durante la radioterapia è una scelta che varia da caso a caso. Innanzitutto dipende dalle condizioni generali del paziente, inoltre dalla sua risposta al trattamento, e infine dal tipo di attività lavorativa svolta. Non vi è in altre parole una controindicazione assoluta a continuare a svolgere il proprio lavoro, purché non si tratti di un'attività faticosa.

Se si è in buone condizioni, il tumore non provoca disturbi, non compaiono effetti collaterali da radioterapia o sono modesti, e soprattutto se si desidera farlo, si può proseguire il proprio lavoro, magari riducendo l'orario. Altrimenti si può usufruire del previsto congedo per malattia.

Nella decisione conta ovviamente il parere del medico, che darà al paziente il consiglio più adeguato nel singolo caso.

Quale alimentazione seguire quando si è sottoposti a radioterapia?

Quando si segue un trattamento di radioterapia è importante seguire una sana alimentazione e bere molti liquidi.

In queste condizioni l'organismo ha bisogno di proteine, e di un buon apporto di energia, cioè di calorie. È quindi importante scegliere cibi quali carne, pesce, uova, formaggio, latte intero, legumi, frutta secca.

Il medico comunque prima di iniziare il trattamento fornisce indicazioni precise su come mangiare, e a volte è anche possibile effettuare un colloquio con un dietista.

Alcune domande utili da fare al medico sulla radioterapia

Prima di iniziare il trattamento, è bene sgomberare il campo da ogni possibile dubbio o timore, rivolgendo al medico alcune domande a proposito della radioterapia e dei suoi possibili effetti collaterali.

Ciò permetterà, da un lato, di affrontare il trattamento più serenamente, di pianificare meglio le proprie attività, e dall'altro di essere più preparati a riconoscere prontamente eventuali effetti collaterali qualora dovessero comparire, a sapere come comportarsi e a mettere in atto tutte le strategie utili a prevenirli.

Normalmente il radioterapista e tutti i membri dell'équipe forniscono tutte le informazioni e le spiegazioni necessarie, ma prepararsi un elenco di domande può rassicurare e non dimenticare di chiedere nulla di importante.

Ecco due diverse liste di domande utili, una sui possibili effetti collaterali e una sulla radioterapia in generale.

Domande sugli effetti collaterali

  • Quali effetti collaterali mi devo aspettare, e cosa posso fare per ridurne la probabilità?
  • Come mi farà sentire la radioterapia, e quanto durerà questa condizione?
  • Dovrò mangiare in modo diverso dal solito durante il trattamento?
  • Posso continuare a lavorare o devo stare a riposo?
  • Quando posso aspettarmi di tornare alla normalità dopo il trattamento?
  • Quali problemi potrebbe avere la mia pelle durante la radioterapia, e quanto dureranno questi effetti?
  • Cosa posso fare per proteggere la pelle? In futuro, come dovrò proteggerla dal sole?
  • Quale attività fisica posso praticare?
  • Come mi devo comportare con i miei familiari, o le altre persone che incontro? Subito dopo la seduta di radioterapia devo stare isolato per un breve periodo o posso avvicinare chiunque senza problemi? (anche donne in gravidanza o bambini molto piccoli)
  • La radioterapia potrà avere ripercussioni sulla mia vita sessuale e sulla possibilità di avere figli?
  • Quali altri farmaci posso assumere eventualmente durante il periodo di trattamento?

Domande sulla radioterapia

  • Per quale motivo mi ha prescritto la radioterapia?
  • Quale tipo di trattamento dovrò seguire?
  • Sarà l'unico trattamento che dovrò fare o ce ne saranno altri?
  • La cura prescritta ha l'obiettivo di guarirmi o di ridurre i miei disturbi?
  • Quante sedute di radioterapia dovrò fare, e quanto lunghe?
  • Quanto durerà il trattamento?
  • Quale parte del mio corpo sarà irradiata?
  • Se necessario, potrò ripetere lo stesso trattamento in futuro?
  • Quali sono gli effetti collaterali più probabili con questo trattamento?
  • (Per chi abita lontano o ha difficoltà con i trasporti) C'è qualche struttura, o associazione, o gruppo di volontari cui posso chiedere un appoggio nelle vicinanze dell'ospedale? È disponibile un servizio di trasporto per accompagnarmi alle sedute di terapia?
  • Esiste qualche tipo di esenzione per la mia patologia, le cure che devo effettuare o eventuali esami che dovrò eseguire?

Le informazioni presenti in questa pagina non sostituiscono il parere del medico.