L'aloe cura il cancro?

No, a oggi non esistono studi scientifici che dimostrano un ruolo certo dell'Aloe vera nella prevenzione o nella cura del cancro anche se alcuni dei composti contenuti nella pianta sono attualmente in fase di studio.

Ultimo aggiornamento: 16 maggio 2018

Tempo di lettura: 777 minuti

In sintesi

  • Secondo alcune teorie non scientificamente dimostrate, l'Aloe vera - una pianta piuttosto comune anche in Italia - sarebbe in grado di curare molti tipi di tumore, anche quelli in fase avanzata.
  • I numerosi studi scientifici condotti sull'argomento non hanno finora dimostrato in modo chiaro e indiscutibile che i composti a base di Aloe vera possano prevenire o curare il cancro nell'uomo.
  • Gel e creme a base di Aloe vera possono essere in genere utilizzate per il trattamento di alcuni problemi cutanei, come piccole ferite o bruciature senza effetti collaterali gravi.
  • Anche se spesso ritenuti innocui perché "naturali", in casi particolari prodotti contenenti Aloe vera possono interferire con l'azione di alcuni farmaci e causare gravi problemi alla salute, in alcuni casi addirittura letali.

Conoscere la pianta

L'Aloe vera è una pianta molto comune anche in Italia: le sue foglie spesse e carnose la fanno assomigliare a un cactus, ma dal punto di vista della classificazione botanica è molto più simile all'aglio e alla cipolla. Nel genere Aloe esistono moltissime specie, di cui la più nota è senza dubbio la vera. I prodotti derivati più comuni sono il gel contenuto nella parte centrale della foglia e una sostanza chiamata lattice che si trova invece immediatamente sotto la parte verde ed esterna della foglia. Il succo che deriva dalla foglia intera contiene quindi entrambe le sostanze.

Un rimedio antico

I derivati di questa pianta sono noti sin dall'antichità come rimedio per diversi piccoli problemi di salute, soprattutto legati alla pelle. Se ne parla già in Mesopotamia, circa 1500 anni prima di Cristo, nell'Egitto dei Faraoni e tra gli antichi greci e romani. La proprietà più apprezzata dai medici del passato era senza dubbio l'effetto cicatrizzante, che rendeva l'Aloe vera adatta a curare piccole ferite, escoriazioni e bruciature. Nel tempo la pianta ha assunto un ruolo importante anche come antibatterico e lassativo. Un rimedio popolare ben noto quindi, ma come nasce l'idea che l'aloe possa curare il cancro? Uno dei principali sostenitori di questa teoria, mai dimostrata da studi scientifici negli esseri umani, è padre Romano Zago, un francescano nato in Brasile nel 1932, che in una sua pubblicazione descrive le proprietà quasi "miracolose" di questa pianta, capace di curare rapidamente anche i tumori in fase avanzata. La pubblicazione ha fatto scalpore e ha dato anche il via a numerosi studi scientifici, che però non hanno ottenuto risultati convincenti e non hanno quindi dimostrato la teoria.

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I risultati della ricerca oncologica

Anche se a oggi non ci sono prove certe dell'efficacia dell'Aloe vera nella prevenzione o nella cura del cancro, i ricercatori stanno valutando con attenzione gli effetti sull'organismo di alcune delle sostanze contenute in questa pianta e i meccanismi molecolari che li determinano. Prima di descrivere tali molecole è importante però sottolineare che molti degli studi finora effettuati e che hanno fornito in alcuni casi risultati interessanti sono stati condotti solo in cellule isolate e in animali di laboratorio, mai ancora negli esseri umani. Questo significa, in pratica, che i dati oggi disponibili non sono sufficienti ad affermare che le sostanze studiate siano efficaci e sicure anche nelle terapie umane.

Di fronte ai numerosi composti attivi presenti nell'Aloe vera, l'attenzione degli esperti si concentra soprattutto su alcune molecole capaci di influenzare il sistema immunitario come per esempio l'acemannano, che in modelli sperimentali è in grado di stimolare la produzione di molecole chiamate citochine, o l'aloeride, un forte stimolante del sistema immunitario. L'emodina contenuta nelle foglie di Aloe vera, blocca in laboratorio la crescita delle cellule e stimola l'apoptosi, ovvero il processo di "morte programmata", fondamentale nella lotta contro il cancro perché permette all'organismo di eliminare le cellule tumorali. Alcuni studi in vitro hanno dimostrato in particolare che l'emodina è efficace contro le cellule di tumore di testa-collo e di tumore del fegato. Infine il DEHP, sigla che indica il di(2-etilesil)ftalato, blocca le cellule di leucemia in laboratorio.

E nell'uomo?

Sono molti gli studi condotti per capire se l'Aloe vera e i suoi derivati sono in grado di eliminare o almeno ridurre gli effetti collaterali dei trattamenti oncologici classici, in particolare chemio e radioterapia. Nel 2005 sono stati pubblicati i risultati di una ricerca che ha preso in considerazione gli studi che valutavano la capacità dell'Aloe vera di prevenire i danni della radioterapia a livello della cute. Secondo questi dati, il gel di Aloe vera applicato direttamente sulla pelle non porta alcun vantaggio. Conclusioni simili anche per uno studio del 2011 che ha valutato invece il ruolo del gel di Aloe vera nella prevenzione della mucosite, un problema della bocca piuttosto comune per chi si sottopone a chemioterapia: non sono emerse prove che tale prodotto sia efficace, anche se, al di là dei numeri, molti pazienti lo hanno percepito come utile. Per quel che riguarda invece gli effetti sulla crescita cellulare, al momento attuale non è stato possibile replicare negli esseri umani i dati ottenuti con colture di laboratorio.

Rischi da non sottovalutare

Sulla scia delle teorie che vedono l'Aloe vera come trattamento anticancro, nel 1996 un'azienda statunitense ha cominciato a produrre e a immettere sul mercato un concentrato noto con il nome di T-UP che poteva essere ingerito per via orale o iniettato per via intravenosa e veniva presentato come terapia per cancro, AIDS, herpes e alcune malattie autoimmuni. Dopo pochi anni le autorità sanitarie hanno bloccato la vendita di questo "farmaco" e i produttori sono stati accusati di frode, vendita di farmaci non approvati e cospirazione, proprio perché le affermazioni diffuse con il prodotto erano false e potevano rivelarsi molto pericolose e fuorvianti per i pazienti. Le iniezioni del composto si sono addirittura rivelate fatali per alcuni di essi. Oltre a queste reazioni particolarmente gravi, non bisogna dimenticare che i principi attivi contenuti nell'Aloe vera possono essere causa di disturbi molto fastidiosi. Capsule, compresse e succo in forma liquida possono causare problemi intestinali come diarrea, dolore addominale, nausea e vomito provocati soprattutto dalla presenza di antrachinoni, molecole con potente azione lassativa, mentre chi assume già farmaci o altri supplementi a base di erbe deve prestare attenzione alle interazioni: capita infatti che i derivati dell'Aloe vera interferiscano con altri principi attivi causando per esempio problemi alla coagulazione del sangue. Anche se decisamente meno comuni, si possono verificare reazioni allergiche a gel e creme a base di Aloe vera soprattutto se utilizzati per periodi molto lunghi: sono più a rischio coloro che già sanno di essere allergici a cipolla, aglio, tulipani e piante simili.

In conclusione

A oggi non esiste alcuna dimostrazione scientifica chiara dell'efficacia di questa pianta come terapia anti-cancro. Sospendere le terapie prescritte dall'oncologo e assumere al loro posto derivati dell'Aloe vera può essere una decisione molto pericolosa per la salute.

Gel e altri derivati dell'Aloe vera sono utilizzati in molte preparazioni cosmetiche e alcuni studi di laboratorio suggeriscono che applicare sulla pelle il gel derivato dalla pianta non sia pericoloso e possa contribuire alla cura di piccole ferite o ustioni leggere, ma neppure per questi effetti esistono studi sperimentali condotti in esseri umani. Molta attenzione va inoltre prestata a capsule e sciroppi contenenti Aloe vera, che possono causare effetti collaterali anche gravi.

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  • Agenzia Zoe