Ultimo aggiornamento: 20 febbraio 2014
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L'utero è l'organo dell'apparato femminile dove viene accolto e si sviluppa l'embrione nel corso della gravidanza. Ha la forma di un imbuto rovesciato ed è formato da due parti principali: l'estremità inferiore, chiamata collo o cervice, in diretto collegamento con la vagina, e la parte superiore chiamata corpo dell'utero, le cui pareti sono formate da tessuti molto diversi tra loro per forma e funzioni.
Nel corpo dell'utero il tessuto più superficiale, ricco di ghiandole e rivolto vero la cavità interna, è chiamato endometrio, mentre lo strato più esterno, indispensabile per "spingere fuori" il bambino al momento del parto, è di tipo muscolare e si chiama miometrio.
I cambiamenti ormonali che si verificano con il ciclo mestruale influenzano notevolmente la struttura dell'endometrio che dapprima si inspessisce per poter nutrire l'eventuale embrione in caso di gravidanza e in seguito, se la gravidanza non c'è, si degrada nel suo strato più interno e viene espulso attraverso la vagina, sotto forma di flusso mestruale.
I tumori dell'endometrio, che rappresentano la quasi totalità dei tumori che colpiscono il corpo dell'utero, sono al sesto posto tra i tumori più diagnosticati alle donne (4 per cento di tutte le diagnosi di tumore) con 7.700 nuovi casi all'anno in Italia.
Sono tumori che colpiscono soprattutto le donne anziane, con un picco dopo i 60 anni, e che stanno diventando sempre più comuni nel mondo a causa soprattutto dell'allungamento della vita media e di un'alimentazione troppo abbondante e ricca di grassi.
Per quanto riguarda il tumore dell'endometrio, l'età è sicuramente il principale fattore di rischio come dimostra il fatto che questa patologia viene diagnosticata raramente prima dei 50 anni. Anche obesità (spesso legata a una dieta troppo ricca di calorie e grassi) e diabete possono favorire l'insorgenza del tumore dell'endometrio che è due volte più comune nelle donne in sovrappeso, tre volte in quelle obese e fino a quattro volte in quelle con diabete, rispetto alle donne sane e con peso nella norma.
Inoltre gli ormoni, e in particolare gli estrogeni, svolgono un ruolo fondamentale nel determinare il rischio di tumore dell'endometrio poiché questo tessuto è molto sensibile all'azione degli ormoni sessuali che ne modificano la struttura nel corso del ciclo mestruale e rappresentano forti stimoli verso la proliferazione delle cellule. Tutti i fattori che aumentano il numero dei cicli mestruali - inizio precoce del ciclo, menopausa tardiva, assenza di gravidanze, eccetera - possono quindi aumentare la probabilità di sviluppare tumori endometriali.
Partendo da questi presupposti, la pillola anticoncezionale rappresenta un fattore protettivo al contrario della terapia ormonale sostitutiva a base di soli estrogeni, anche se il rischio viene in qualche modo azzerato associando agli estrogeni anche l'altra classe di ormoni femminili, chiamati progestinici.
Infine, l'esposizione della regione pelvica a radiazioni (magari la stessa radioterapia per trattare un altro tipo di tumore) può causare mutazioni al DNA e favorire sia il tumore dell'endometrio, sia i sarcomi uterini.
Quasi tutti i tumori del corpo dell'utero prendono origine dalle cellule dell'endometrio e sono chiamati carcinomi endometriali (in genere adenocarcinomi perché riguardano le cellule ghiandolari presenti in questo tessuto), ma quando il tumore parte dalle cellule dello strato muscolare o connettivo dell'utero, si parla di sarcomi uterini.
Per quanto riguarda gli adenocarcinomi, la maggior parte dei casi (80 per cento) è rappresentata dai cosiddetti adenocarcinomi endometrioidi, ma esistono anche altre forme meno diffuse e più aggressive, come l'adenocarcinoma papillare e l'adenocarcinoma a cellule chiare. In altri casi si tratta di forme miste.
I sarcomi uterini, invece, possono essere suddivisi in due grandi categorie che racchiudono la maggior parte dei casi: i sarcomi endometriali stromali che si sviluppano dal tessuto connettivo di supporto dell'endometrio e rappresentano l'1 per cento di tutti i tumori dell'utero, e i leiomiosarcomi uterini, che si sviluppano nello strato muscolare detto miometrio (circa il 2 per cento di tutti i tumori dell'utero).
Non mancano infine casi, anche se poco diffusi, di tumori che al microscopio mostrano le caratteristiche del carcinoma e del sarcoma: sono i carcinosarcomi uterini, molto simili ai carcinomi sia per fattori di rischio, sia per diffusione di metastasi e trattamento.
La maggior parte dei tumori dell'endometrio (90 per cento) si manifesta con sanguinamento vaginale anomalo come, per esempio, perdite tra un ciclo e l'altro o dopo la menopausa. Altri sintomi tipici sono abbondanti perdite vaginali (spesso maleodoranti), dolori nella zona pelvica o alla schiena e una perdita di peso non legata a una dieta dimagrante.
Non esistono strategie specifiche per la prevenzione del tumore dell'endometrio, ma ci sono alcuni piccoli accorgimenti che possono aiutare a ridurre il rischio. L'alimentazione e le terapie ormonali, per esempio, giocano un ruolo fondamentale: è importante seguire una dieta sana, mantenere il peso corporeo nella norma e valutare assieme al ginecologo l'opportunità di iniziare una terapia ormonale a base di estrogeni (sia la terapia sostitutiva in menopausa sia la pillola anticoncezionale) anche in base al rischio individuale di tumore dell'endometrio.
Come per tutti i tumori, anche per il tumore dell'utero è fondamentale effettuare la diagnosi il più precocemente possibile.
L'isteroscopia permette al medico di visualizzare le pareti interne dell'utero grazie a una telecamera posizionata all'estremità di un sottile strumento introdotto nell'utero attraverso la cervice e di prelevare anche campioni di tessuto da analizzare poi al microscopio
In base al sistema di classificazione FIGO 2009 (Federazione internazionale di ginecologia e ostetricia), il tumore dell'endometrio o i sarcomi dell'utero possono essere divisi in quattro stadi a seconda di quanto risultano diffusi nell'organismo.
Alcuni studi con l'anticorpo monoclonale herceptin mostrerebbero una efficacia di questa terapia nelle forme di cancro dell'endometrio associate alla presenza di mutazioni a carico del gene HER2.
Sono in corso studi che valutano l'importanza della presenza nel siero dell'anticorpo p53, che sembrerebbe associata alle forme più aggressive, che vanno quindi trattate più energicamente.
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Agenzia Zoe