L'alimentazione nella prima infanzia

I bambini hanno oggi a disposizione una varietà precedentemente impensabile di cibi: per questo è diventato essenziale fare attenzione a cosa mangiano e, soprattutto, educarli fin dai primissimi anni di vita ad alimentarsi correttamente

Ultimo aggiornamento: 13 giugno 2016

Tempo di lettura: 8 minuti

Quando si diventa genitori, proteggere i figli e investire nel loro futuro è la priorità più importante. E badare alla loro alimentazione è uno dei modi più efficaci di proteggerli dalle malattie dell'età adulta.

Principi generali

I bambini vivono oggi in un mondo in cui hanno a disposizione una varietà precedentemente impensabile di cibi: per questo è diventato essenziale fare attenzione a cosa mangiano e, soprattutto, educarli fin dai primissimi anni di vita ad alimentarsi correttamente.

Nei primi mesi di vita, non vi sono molti dubbi su cosa costituisca la migliore alimentazione di un neonato: il latte materno, ogni volta che è disponibile, oppure il latte in polvere (latte di mucca umanizzato, cioè trattato in modo da somigliare il più possibile quello umano, ugualmente digeribile e con un contenuto in minerali e vitamine adeguato ai fabbisogni dei primi mesi di vita del bambino). Al momento dello svezzamento, invece, i cereali diventano la base dell'alimentazione, insieme alle verdure e ad alcune fonti di proteine.

Per preparare pasti corretti ai nostri bambini, basta ricordare tre semplici consigli: evitare lo zucchero aggiunto e iniziare lo svezzamento con cibi naturalmente dolci come le creme di frutta e verdure (tipo carote), passare poi a creme di cereali integrali ben setacciate per allontanare le fibre troppo aggressive per l'intestino del bambino e inserire gradualmente le creme di proteine da fonti vegetali (come i legumi) o dal pesce, ma non da crostacei e molluschi; l'unico grasso ammesso nella cucina dei più piccoli è l'olio extravergine d'oliva, mentre il sale si può evitare.

La carne e altri alimenti animali possono essere introdotti quando spunteranno i dentini: in questo periodo per i neonati è sufficiente il buon latte materno.

Obiettivi di salute

I primi anni di vita di un bambino sono i più importanti anche dal punto di vista della prevenzione delle malattie nell'adulto. Diversi studi hanno infatti dimostrato che il metabolismo di un individuo viene influenzato dai primi approcci con il cibo.

L'allattamento al seno ha come obiettivo quello di fornire al bambino tutto ciò di cui ha bisogno, nella forma per lui più digeribile e assimilabile. Inoltre garantisce la costruzione di una buona flora batterica intestinale, stimola la formazione del sistema immunitario e permette una corretta idratazione, sebbene in situazioni di grande calore e quindi di aumentata sudorazione, è utile anche dare l'acqua (qualsiasi acqua purché priva di nitriti è adatta all'alimentazione dei più piccoli).

Lo scopo della fase di svezzamento è invece quello di introdurre lentamente tutti gli alimenti nella dieta dei più piccoli senza provocare reazioni di intolleranza o allergia da parte dell'organismo.

Per questo si consiglia in genere di introdurre un alimento nuovo per volta, verificando di volta in volta la reazione dei più piccoli.

Alcuni alimenti che possono dare più facilmente allergie, come il pomodoro e l'uovo e sono in genere gli ultimi a essere introdotti.

Aspetti psicologici

L'allattamento al seno rafforza il rapporto tra la mamma e il bambino e assolve anche al compito di rassicurare il piccolo attraverso il contatto fisico.

Dal punto di vista della prevenzione dei tumori, ha un duplice effetto positivo: sul bambino, perché favorisce lo sviluppo corretto del sistema immunitario e aiuta a controllare il peso, e sulla mamma, perché l'allattamento è un fattore protettivo nei confronti del cancro del seno, almeno se la mamma ha meno di 35 anni. Anche l'alimentazione al biberon, però, se è necessaria, può portare qualche vantaggio psicologico, per esempio quello di facilitare la creazione di un legame fisico e affettivo anche con il padre fin dai primi giorni di vita. La fase di svezzamento ha invece un importante risvolto psicologico: consente di avvicinare il bambino al piacere del cibo selezionando però i sapori che poi condizioneranno le sue scelte future.

Per questo sono da evitare le creme di cereali addizionate con zucchero o troppo dolci, così come i cibi troppo salati: se il piccolo si abitua a sapori estremi, tenderà a ricercare quel tipo di alimento anche crescendo.

Composizione calorica e nutrienti

100 grammi di latte materno forniscono circa 70 chilocalorie. I carboidrati (zuccheri) costituiscono circa il 56 per cento della sua composizione, i grassi il 36 per cento e le proteine l'8 per cento. Il latte materno è diverso da quello in polvere: la sua composizione proteica è differente da quella del latte artificiale, in particolare per quanto riguarda l'apporto di caseina. Il latte della mamma contiene anche lattoferrina e immunoglobuline che sono assenti nei latti artificiali.

Il latte in polvere deve per legge ricalcare le proporzioni dei nutrienti presenti nel latte materno, che sono determinate dal fabbisogno del neonato, ma non sempre è possibile "copiare" esattamente la natura.

Sia il latte materno sia quello in formula sono ricchi di grassi, in una proporzione che non troveremo più nella dieta di bambini più grandi e nemmeno degli adulti. La ragione è semplice: i grassi sono i costituenti principali del sistema nervoso centrale che completa la sua maturazione nelle prime fasi della vita extrauterina.
Oggi esistono anche sostitutivi del latte di mucca, sia per i primi mesi di vita sia per la fase di svezzamento e oltre. Si tratta di prodotti a base di soia o di riso. In alcuni casi viene usato anche il latte di mandorla.

Molti nutrizionisti sostengono che, alla luce delle più recenti ricerche in materia, non c'è ragione di dare ai bambini latte di mucca, anzi è proprio sconsigliato nel primo anno di vita.

Le bevande a base proteica vegetale non zuccherate, come quella di soia, sarebbero più sane, perché non inducono la produzione di determinati ormoni e fattori di crescita che, in laboratorio, hanno dimostrato di avere un effetto favorente lo sviluppo di tumori.

Si tratta di dati preliminari e non tutti gli esperti sono concordi, ma l'American Cancer Society ha introdotto le bevande vegetali tra le alternative possibili al latte di mucca per tutte le età, anche quella infantile.

Nella fase di svezzamento si introducono invece tutti le categorie di alimenti.
Vediamo quali sono.

Frutta

Va consumata solo fresca e frullata. È una fonte essenziale di vitamine, sali minerali e fibre. In genere si introduce per prima la mela e in seguito la pera e così via, introducendo sempre nuovi frutti di stagione. Fino ai 10-11 mesi si sconsiglia, però, l'uso di agrumi, pesche e fragole per il loro potenziale allergizzante.

Verdura

Come la frutta, è fonte di vitamine e minerali ma soprattutto di fibre. Tutte le verdure, in crema, sono utilizzabili fin dalle prime fasi di svezzamento tranne le crucifere (cavoli e simili), i carciofi, l'aglio e la cipolla, che possono favorire la formazione di gas nell'intestino e vanno introdotti, in maniera molto graduale, intorno ai 10-12 mesi di vita.

Farine

Sono la base dell'alimentazione "salata" del bambino piccolo. Sono costituite da creme di cereali integrali passate al setaccio. Vanno privilegiate sempre quelle integrali, non addizionate di zuccheri, sale e vitamine. Si inizia in genere con la farina di riso, poi mais, orzo o tapioca per evitare l'effetto allergizzante del glutine contenuto nel grano, che viene introdotto intorno dopo il 10° mese di vita.

Carne e pesce

Se un tempo la carne costituiva la base dell'alimentazione dei più piccoli, oggi il suo ruolo è stato molto ridimensionato. La carne, specie quella rossa, va consumata con molta moderazione fin dai primi anni di vita e, in generale, si privilegiano le carni bianche come il pollame. Da evitare del tutto salumi e insaccati. Semaforo verde, invece, per il pesce.

Latticini

Sono una fonte importante di calcio, ma la tendenza attuale a ridimensionare l'apporto di proteine di origine animale e di grassi ne ha ridotto il ruolo nell'alimentazione infantile. Il calcio è presente anche nei vegetali e soprattutto nei semi (per esempio in quelli di sesamo, che possono essere aggiunti alle pappe dopo averli ridotti in farina) e nelle acque minerali. Il latte di mucca può essere sostituito da bevande vegetali senza zucchero (di riso, di soia, di mandorle).

Grassi

L'olio extravergine d'oliva è l'unico grasso ammesso nella cucina dei più piccoli. È ricco di acidi grassi insaturi da spremitura, quindi molto utili al bambino.

Uovo

Ha un elevato potere nutritivo (in proteine, grassi e vitamine) ma è anche allergizzante, specie nei primi mesi di vita. Verso i 10 mesi si può introdurre il tuorlo, dopo l'anno anche l'albume che deve essere sempre ben cotto. In genere si consiglia un uovo a settimana, come componente proteica di un pasto.

Menù e porzioni

Dato che il latte è l'unico alimento del neonato, il suo menù è tutt'altro che vario! Vi è una grande discussione, anche tra i pediatri, tra i sostenitori dell'allattamento a richiesta, in cui il bambino viene nutrito ogni volta che ha fame, e l'allattamento programmato, in cui si cerca di far trascorrere, tra una poppata e l'altra, un certo numero di ore che varie con l'età del piccolo.

Nessuno ha mai risolto scientificamente questa diatriba, poiché l'allattamento a richiesta facilita la relazione col piccolo e l'autoregolamentazione dell'organismo, mentre l'allattamento programmato permette di valutare più facilmente le quantità di nutrienti assunti e di regolare i ritmi di vita dei più piccoli e, di conseguenza, anche dei genitori che lo accudiscono.

Ecco invece uno schema di massima della fase di svezzamento, secondo le linee guida dell'American Pediatrics Association e della Harvard Medical School.

Non si tratta di uno schema rigido: ogni bambino è diverso dall'altro, quindi potete personalizzarlo con l'aiuto del vostro pediatra di fiducia.

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  • Redazione AIRC