Tumore del seno: esami e controlli consigliati

Di tumore del seno oggi si muore meno che in passato, grazie anche ai continui progressi della medicina e agli screening per diagnosi precoce tramite mammografia.

Ultimo aggiornamento: 9 giugno 2014

Tempo di lettura: 70 minuti

Autopalpazione

L'autopalpazione è un esame che ogni donna può effettuare comodamente a casa propria: permette di conoscere profondamente l'aspetto e la struttura normale del seno e quindi di poter cogliere precocemente qualsiasi cambiamento. In particolare, l'esame si svolge in due fasi: l'osservazione, che permette di individuare mutazioni nella forma del seno o del capezzolo, e la palpazione, che invece può far scoprire la presenza di piccoli noduli che prima non c'erano.

Quando si parla di autopalpazione si pensa solo a un esame per la ricerca di noduli nella ghiandola mammaria, ma in realtà anche altri segnali come retrazioni o cambiamenti della pelle, perdite di liquido dai capezzoli o cambiamenti di forma della mammella devono spingere a consultare un medico.

A partire dai 20 anni l'esame può essere effettuato una volta al mese tra il settimo e il quattordicesimo giorno del ciclo. Rispettare questi tempi è importante poiché la struttura del seno si modifica in base ai cambiamenti ormonali mensili, e si potrebbero di conseguenza creare, in alcuni casi, confusioni o falsi allarmi.

È bene ricordare che, oltre agli ormoni, anche l'età, il peso corporeo, la familiarità e l'uso di contraccettivi orali influenzano la struttura del seno che, a volte, si presenta particolarmente densa e difficile da valutare correttamente con l'autoesame. L'autopalpazione, infatti, rappresenta un primo strumento di prevenzione del tumore del seno, ma da sola non può bastare e deve essere abbinata al controllo da parte del medico e agli esami consigliati.

Visita senologica

La visita senologica consiste nell'esame clinico completo del seno da parte di un medico specializzato. È una metodica semplice e indolore che viene effettuata nello studio del medico senza l'ausilio di particolari strumenti. Questo tipo di valutazione da sola non è in genere sufficiente a formulare una diagnosi precisa, ma può sicuramente essere utile per chiarire situazioni un po' sospette e poco chiare.

Prima di cominciare l'esame vero e proprio delle mammelle, il senologo si occupa dell'anamnesi, ovvero della raccolta di informazioni che potranno essere utili per formulare la diagnosi finale: eventuale presenza di casi di tumore del seno in famiglia, età di comparsa del primo ciclo mestruale e della menopausa, gravidanze, alimentazione, terapie ormonali (contraccettivi orali, terapie ormonali sostitutive in menopausa eccetera).

Solo dopo aver terminato questa fase si può procedere con l'esame clinico propriamente detto che parte con l'osservazione e termina con la palpazione: il medico in pratica compie tutti quei gesti che ogni donna dovrebbe compiere mensilmente nel corso dell'autopalpazione.

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Ecografia mammaria

L'ecografia mammaria è un esame rapido, indolore e che non comporta l'esposizione a radiazioni, poiché utilizza una sonda a ultrasuoni che permette di studiare la densità del tessuto.

Oltre che per la diagnosi precoce del tumore al seno, l'ecografia mammaria è usata per esaminare lo stato della ghiandola in caso di altri disturbi benigni come i fibroadenomi e la mastopatia fibrocistica. Il vantaggio di questa tecnica, infatti, consiste nel visualizzare eventuali alterazioni anche in un seno giovane e quindi naturalmente più denso: infatti nella fascia di età giovanile spesso questo esame risulta più appropriato (e più accurato) della stessa mammografia.

Non esistono linee guida condivise sull'uso dell'ecografia mammaria, bensì indicazioni su base individuale. L'esame è consigliato una volta l'anno alle donne con seno iperdenso, con calcificazioni oppure con noduli e cisti (come nella mastopatia) fino al raggiungimento della menopausa, quando il cambiamento del tessuto rende più indicata la mammografia. In assenza di sintomi (per esempio la comparsa di un nodulo oppure di alterazioni superficiali del seno) non ci sono indicazioni all'uso dell'ecografia come screening prima dei 45 anni.

Altri protocolli prevedono invece una eco mammaria ogni due anni tra i 40 e i 45 anni di età, per poi affiancare l'ecografia alla mammografia fino al compimento dei 50. È bene però ricordare che benché questo sia lo schema più usato in alcuni Paesi, come gli Stati Uniti, in Italia la mammografia è indicata solo a partire dai 50 anni. Infine vi sono alcuni medici che, in specifici casi, possono ritenere utile prescrivere mammografia ed ecografia ad anni alterni fino ai 50 anni, per poi rientrare nello schema standard dello screening mammografico.

Mammografia

La mammografia è una radiografia del seno effettuata con una radiazione a bassissima dose in modo da mettere in evidenza eventuali calcificazioni, noduli o formazioni che meritano un approfondimento diagnostico. È considerato un esame di screening, cioè viene consigliato a un'intera fascia di popolazione che risponde a determinati criteri individuati attraverso studi epidemiologici. Nel caso specifico, benché vi sia molta discussione sull'opportunità di anticipare i tempi dello screening, la mammografia è indicata, secondo le norme ministeriali italiane, per tutte le donne oltre i 50 anni, con cadenza biennale.

Sulla base di una valutazione individuale, il medico può prescrivere l'inizio dello screening a partire dai 45 anni o anche prima (per esempio in caso di familiarità per il tumore al seno), può combinare l'esecuzione della mammografia con l'ecografia mammaria (specie nelle pazienti più giovani e con seno iperdenso o con molte cisti).

Recenti ricerche hanno sollevato dubbi sull'opportunità dello screening mammografico e sulla sua utilità in termini di riduzione della mortalità per cancro del seno. Ciò dipende però dalla qualità dello screening: nei Paesi come l'Italia, dove lo screening è piuttosto diffuso grazie all'esistenza di un Servizio sanitario nazionale che garantisce la copertura universale, i benefici al momento superano i possibili rischi, che consistono in un eccesso di diagnosi e interventi su tumori identificati in fase molto precoce che potrebbero non dare segno di sé e regredire spontaneamente.

Perché lo screening sia efficace è però necessario rivolgersi a centri con una buona esperienza in mammografia: secondo le più recenti linee guida per l'accreditamento dei centri di senologia, un buon medico radiologo esperto deve aver refertato almeno 1000 mammografie l'anno negli ultimi tre anni. La capacità di discernere ciò che mostra l'immagine aumenta infatti con la pratica dell'operatore.

  • Agenzia Zoe