“La mia lotta contro il cancro è iniziata 15 anni fa”

“La mia lotta contro il cancro è iniziata 15 anni fa”

Ultimo aggiornamento: 30 giugno 2020

La fiaba di Matteo, che da quasi quindici anni lotta contro il cancro. 

Matteo è giovane. Matteo ha il cancro, una malattia che avrebbe potuto spazzarlo via anni fa, ma che lui sta combattendo, grazie alla ricerca scientifica, alle sue fiabe e al suo progetto, con un messaggio di speranza.

Matteo Losa è un ragazzo di Milano. Di professione fa il giornalista, ma il suo cuore è quello di un artista: fotografa la realtà che lo circonda e la illustra graficamente, scrive fiabe per grandi e piccini. Bello, tenace, sempre sorridente: da quasi quindici anni combatte contro il cancro, a vederlo non lo si direbbe mai. “Avevo 24 anni, era l’estate dei Mondiali 2006. Dovevo dare gli esami all’università, ma mi sentivo sempre spossato, faticavo a memorizzare. Davo la colpa all’afa, alla facoltà sbagliata.” A quei tempi studiava ingegneria, una materia che cozzava con la sua creatività e il suo saperci fare con le parole. “Andai a fare gli esami del sangue di controllo: tutti sballati. Mi tennero in ospedale una settimana per gli accertamenti del caso: tumore al colon-retto, 30 cm, stadio C. Togliere subito. Iniziò il calvario.”   

 

“L’operazione d’urgenza si fece dopo due giorni, mi presero per i capelli. Per fortuna, non si era espanso nei tessuti vicini, ma qualche metastasi si era diffusa. Bisognava solo capire quando si sarebbe manifestata.” Matteo fece la chemio per ripulire l’organismo. Cominciarono le frequenti visite di controllo in ospedale, le Tac ravvicinate per vedere se era tutto ok. E meno male: “A fine 2007 mi scoprirono due macchioline nel fegato. Non fecero nemmeno la biopsia: togliere subito. 'Ti taglieremo metà fegato, per stare sicuri. Ricrescerà.' Magra consolazione, pensai. Dopo l’operazione, che durò quasi 10 ore, dovetti ricominciare la chemio”.  

 

Passano anni relativamente tranquilli, in cui certo l’ospedale è una costante, ma sembra che il male sia stato debellato finalmente. Matteo abbandona ingegneria, ma non smette di studiare: ora sa che scrivere lo rende felice e vuole affinare la sua tecnica per farlo di professione. Ottiene il tesserino dell’Ordine dei giornalisti e comincia qualche collaborazione interessante. Inizia anche a sognare di costruire qualcosa di importante con la sua fidanzata Francesca. Si può quasi dire guarito, quasi…  

 

Fine 2012: gli esami denotano la presenza di macchioline infinitesimali in entrambi i polmoni. I medici hanno qualche riserva, prescrivono una Pet per essere più sicuri. Sono metastasi del primo tumore. Vanno tolte subito. “Altre due operazioni, prima un polmone, poi l’altro. Ora la mia ragazza mi chiama ‘alette di pollo’ perché ho due tagli ai lati del costato. In questo caso, niente chemio. Mi sentivo sfinito, ma quasi libero, vincente.”  

 

È stanco Matteo, di lottare, di curarsi, di andare all’ospedale quando i suoi amici vanno a scegliere la casa in cui abitare. Eppure è proprio in questo momento che capisce cosa deve fare nella sua vita: scrivere fiabe, il metodo più antico e immediato per spiegare a grandi e piccini le cose importanti da tenere a mente, da imparare. “Non sono un illuso o uno sprovveduto, so bene come si sta al mondo. Sono solo un sognatore che non vuole smettere di credere nel lieto fine e, con la sua arte, vuole trasmettere questo messaggio di speranza anche ai più piccoli, che spesso non riescono a comprendere fino in fondo il senso del loro sacrificio in quel letto di ospedale.”  

 

Sembra che tutto proceda per il meglio, ma per Matteo non c’è tregua. “È ricominciato l’incubo: i miei polmoni sono trapuntati da migliaia di piccolissime macchioline. Operarli è impossibile, perciò ho ricominciato la chemio per provare a cronicizzare la malattia, a stabilizzarla. In dieci anni però è cambiato tutto: prima la terapia era devastante, mi forzava a letto, costringendomi a passare le giornate tra videogames e serie tv. Ora invece è più sostenibile, mi permette di lavorare, fare sport e continuare la mia vita. È questo cambiamento, provato sulla mia pelle, che mi fa capire quanto la ricerca sia importante!”  

 

Oggi Matteo lavora come contributor di VanityFair.it, è founder di fairitales.it, un portale sulle fiabe, e ha realizzato un libro, Piccole fiabe per grandi guerrieri, grazie a una campagna di crowdfunding, libro poi pubblicato da Mondadori: “Voglio che con la mia storia i piccini imparino a reagire davanti a un’avversità, cercando di superarla per conquistare il lieto fine”.