L’uso del reggiseno può aumentare il rischio di ammalarsi di cancro al seno?

No, non vi sono dimostrazioni di un nesso tra l'uso del reggiseno e lo sviluppo della malattia.

Ultimo aggiornamento: 29 maggio 2018

Tempo di lettura: 5 minuti

In sintesi

  • La relazione tra l'uso del reggiseno e il rischio di sviluppare un cancro del seno è stata ipotizzata da due antropologi, non quindi da medici, nel 1995 e diffusa con un libro autopubblicato e tramite catene di email su Internet;
  • Gli antropologi studiano gli esseri umani sotto diversi punti di vista: sociale, culturale, dei comportamenti e così via. Non sono però esperti di medicina, di tossicologia e di epidemiologia.
  • dati epidemiologici presentati a sostegno di questa teoria non tengono conto di fattori di rischio reali, noti e dimostrati, come l'obesità o la sedentarietà;
  • L'ipotesi che il reggiseno impedisca il drenaggio delle tossine attraverso il circolo linfatico non è compatibile con la fisiologia del seno, poiché tale drenaggio dipende dai linfonodi sotto il braccio, zona che non è compressa dal reggiseno;
  • Uno studio sistematico condotto in 1.000 donne, effettuato nel 2014 negli Stati Uniti, ha definitivamente smentito tale teoria.

La teoria

Due antropologi statunitensi, Sydney Ross Singer e Soma Grismaijer, pubblicarono nel 1995 un libro intitolato Dressed to kill (Vestiti per uccidere). In questo testo, che ebbe subito una larga eco sui media e su Internet, gli autori sostenevano che indossare un reggiseno, in particolare i modelli più costrittivi o quelli rinforzati con ferretti, aumentasse il rischio di sviluppare un cancro del seno. L'ipotesi dei due antropologi era che il reggiseno interferirebbe con la circolazione linfatica, impedendo ai tessuti della mammella di eliminare le sostanze di scarto. Il ristagno locale di tossine (in gran parte assorbite da un ambiente cittadino inquinato) sarebbe, sempre secondo i due antropologi, la causa biologica di oltre il 70% dei cancri al seno.

Non solo: i due sostenevano che il cancro al seno è un problema tipico delle culture in cui è diffuso l'uso del reggiseno, mentre sarebbe quasi assente nelle popolazioni abituate a girare a seno nudo. A dimostrazione di ciò, Singer e Grismaijer riportavano nel libro i dati di incidenza di cancro al seno nella popolazione maori australiana, dati che sono cresciuti in modo esponenziale con l'integrazione degli indigeni con la popolazione bianca e l'acquisizione di abitudini occidentali anche nel campo dell'abbigliamento. Un analogo incremento sarebbe, secondo loro, riscontrabile anche in altri gruppi etnici, come i giapponesi e i figiani. I due esaminavano anche le abitudini in materia di indumenti intimi di 4.700 donne statunitensi (per metà malate di cancro) e sostenevano che il rischio di sviluppare la malattia e il grado di aggressività della stessa fossero direttamente proporzionali al numero di ore trascorse indossando un reggiseno.

La teoria dei due antropologi, priva di qualsiasi dimostrazione verificabile (i dati non sono mai stati pubblicati in una rivista scientifica controllata, ma solo nel libro, pubblicato in proprio) si è diffusa rapidamente anche attraverso catene di email. In anni successivi gli stessi autori hanno propugnato altre teorie infondate, come quella secondo la quale dormire in un letto basculante aiuterebbe a prevenire malattie come l'Alzheimer e l'impotenza. Inoltre, come accade in spesso nelle cosiddette teorie del complotto, gli autori identificano alcuni "poteri forti" che sarebbero secondo loro responsabili del problema. In particolare accusano l'industria della moda e della biancheria intima che "guadagna miliardi di dollari l'anno col sostegno dell'industria della salute che ne guadagna altrettanti curando le donne che si ammalano".

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Le smentite della scienza

Malgrado la palese mancanza di fondamento, la teoria del legame tra biancheria intima e rischio di cancro al seno circola ancora in rete e molte donne si chiedono cosa ci sia di vero. È bene chiarire che si tratta di idee prive di fondamento, ma alcune delle osservazioni dei due autori meritano una smentita più puntuale. Per esempio, nel calcolare la diversa incidenza di malattia nelle popolazioni indigene prima e dopo la colonizzazione e la modifica dello stile di vita, i due antropologi si sono concentrati sul dettaglio del reggiseno trascurando del tutto i fattori di rischio ben più noti e dimostrati, come i cambiamenti nell'alimentazione, la crescita dei tassi di obesità , la maggiore sedentarietà , il minore allattamento al seno eccetera.

Il meccanismo ipotizzato (ovvero il ristagno del liquido linfatico) non ha alcun riscontro nella fisiologia del seno. La linfa della mammella viene infatti drenata a livello dei linfonodi del braccio, che non sono compressi dal reggiseno, mentre non vi sono vie di drenaggio a livello della piega sotto il seno. Infine lo studio epidemiologico da loro condotto nelle donne statunitensi non tiene conto del fatto che le donne in sovrappeso tendono ad avere mammelle più grosse e pesanti e a usare il reggiseno per più ore. In questo caso, però, si tratta di un classico caso di inferenza scorretta: è il sovrappeso il fattore di rischio per il cancro, e non l'uso del reggiseno, che è solo un fenomeno collaterale.

Lo studio definitivo

Per smentire definitivamente quest'ipotesi senza fondamento, Lu Chen, un ricercatore del Fred Hutchinson Cancer Research Center di Seattle, negli Stati Uniti, ha pubblicato nel settembre 2014, uno studio specifico sulla rivista Cancer Epidemiology, Biomarkers & Prevention. Lo scienziato ha esaminato 1.000 donne con cancro al seno diagnosticato tra il 2000 e il 2004, confrontandole con circa 500 donne sane, di età compresa tra i 55 e i 74 anni. Le donne malate erano affette dalle due forme più comune di cancro al seno, quello lobulare o quello duttale invasivo. I ricercatori hanno raccolto informazioni sulla misura di reggiseno, il modello, la presenza o meno di ferretti o sostegni rigidi, il numero medio di ore e l'età di inizio d'uso di questo indumento in tutte le persone reclutate. I risultati sono stati confrontati con altri parametri importanti come la storia familiare di cancro al seno, l'uso di ormoni per contraccezione o per la terapia della menopausa. Mentre l'uso del reggiseno non sembra in alcun modo correlato con la malattia, altri fattori già noti, come la familiarità o l'uso di ormoni si dimostrano rilevanti nel favorire lo sviluppo di questo tipo di tumore.

  • Agenzia Zoe